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Il tour dei baci di Hayez

Il “Bacio” di Francesco Hayez è uno dei quadri simbolo della Pinacoteca di Brera. Ma in realtà i “Baci” attribuibili ad Hayez sono diversi. E si possono trovare tracce del celebre bacio anche in altre opere.

Il bacio di Hayez a Brera

La versione più nota è quella del 1859, presentata a Brera con il titolo “Il Bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV”. Il significato del bacio di Hayez, almeno secondo la lettura comune, ne spiega anche il successo: era appena finita la seconda guerra di indipendenza e in quel quadro c’è chi ha visto il bacio di addio del volontario eroe che parte per il fronte e saluta la sua amata. Non sapendo se farà ritorno. Tutti i milanesi sanno dove si trova il bacio di Hayez: la versione più famosa è custodita nell’ultima sala della Pinacoteca di Brera: la Pinacoteca è aperta da martedì a domenica, 8:30-19:15, l’ingresso intero costa 10 euro. Il terzo giovedì del mese il biglietto costa 3 euro

Gli altri baci di Brera

Nella stessa Pinacoteca troviamo anche altri due baci. Uno è il “Triste Presentimento" di Gerolamo Induno. Osservando bene questo quadro, dietro la ragazza protagonista del dipinto e accanto al busto di Garibaldi, c’è un quadretto che raffigura proprio il bacio di Francesco Hayez. Un omaggio che Gerolamo Induno fa a Francesco Hayez e alla sua opera più famosa. Un ulteriore bacio si trova fuori dal fuori dal Palazzo di Brera: guardando il Palazzo, nella piazzetta sulla destra, dal 1890 c’è un monumento commemorativo dedicato a Francesco Hayez che per anni è stato uno degli insegnanti l'Accademia di Brera. L’opera è stata realizzata da Francesco Barzaghi e sul lato sinistro, inciso nel bronzo, c'è proprio il celebre "Bacio" del maestro.

Hayez: non un solo Bacio

Però, come anticipato, il Bacio di Hayez ha diverse versioni. Al punto che non si può essere certi di quante ce ne siano.

Una seconda versione è stata realizzata nel 1861 su commissione della famiglia Mylius: fu esposta all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867 e un collezionista se l’è aggiudicata nel 2008 all’asta per oltre 780mila sterline.

C’è poi una terza versione, appartenente a un collezionista privato, in cui il mantello verde dell’uomo, i suoi pantaloni rossi e un drappo bianco appoggiato alla scala evocano la bandiera italiana. Anche qui il significato del bacio di Hayez si ricollega alla lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia

Ce ne sarebbe anche una quarta, di cui però si sono perse misteriosamente le tracce. Questo per restare alle versioni su tela.

Perché poi ci sono le versioni ad acquarello del bacio di Hayez. Una, datata 1859, è esposta alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Ma poiché Hayez, di fronte al grande successo della sua opera, ne realizzò diverse copie, è possibile che anche delle versioni ad acquarello ci siano altre repliche ed esemplari.

Il bacio di Hayez a Como

Bacio Francesco Hayez Villa Carlotta

Un altro “bacio” di Hayez, infine, è visibile presso Villa Carlotta, sul Lago di Como: il titolo del quadro è “L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta”. Il quadro è del 1823 (lo vedete nella foto qui sopra) e per la posa evoca sicuramente i più celebri baci successivi.